EMERGENZA SANITARIA
20 Marzo 2020 - 11:31
«Per riorganizzare al meglio i servizi sanitari e ottimizzare le risorse disponibili in funzione delle terapie da prestare ai pazienti Covid-19, l’attività dei Punti di primo intervento di Giaveno e Venaria sarà temporaneamente sospesa da domani, sabato 21 marzo, in ottemperanza alle disposizioni della Regione Piemonte». Così l’Asl To3 spiega in una nota la decisone di interrompere i due servizi sanitari. «Si invitano dunque i cittadini del territorio dell’Asl To3 a non recarsi nei Punti di primo intervento di Giaveno e Venaria. Continueranno a essere regolarmente in funzione, e fungeranno da riferimento per tutti i casi di urgenza, i Pronto soccorso degli ospedali di Rivoli, di Pinerolo e di Susa - proseguono dall’Asl - Si ricorda inoltre ai cittadini, data la particolare situazione, di non rivolgersi ai pronto soccorso se non in casi estrema urgenza. In particolare, qualora vi sia il sospetto di sintomi riconducibili a Covid-19, si raccomanda di restare a casa e di contattare il proprio medico di famiglia oppure rivolgersi al numero verde di emergenza attivato dalla Regione Piemonte, 800192020, e al numero verde del Ministero della Salute, 1500».
Immediata la reazione del Comune: «Capiamo l’emergenza, ci mancherebbe, ma riteniamo anche che in questo modo si tolga un elemento di sollievo ai grandi ospedali in caso di piccole urgenze - commenta il sindaco Carlo Giacone - Vorrei avere una rassicurazione scritta poiché il Punto di primo intervento per noi, zona di montagna, è fondamentale. Non so quanti medici o infermieri si possano “liberare” da Giaveno con questa mossa, certo è che ora dovrò vietare ai miei concittadini e a tutti i valsangonesi di farsi male. È vero che non ci sono molti passaggi, ma il presidio è fondamentale per la nostra popolazione. Già ora vi sono diverse problematiche per chi abita lontano dal centro, nelle tante borgate di cui è composto il nostro territorio. La popolazione è molto preoccupata: il nostro piccolo ospedale ha una lunga storia di carità ed aiuto e nel tempo è stato ridotto pezzo per pezzo - prosegue il primo cittadino - Già i medici di famiglia in questo momento sono oberati di lavoro e sotto stress. Ci viene detto di non intasare gli ospedali, poi si chiudono i piccoli presidi che potrebbero fare da filtro e si va tutti a finire nel grande “imbuto” di Rivoli. Un’operazione che ci lascia perplessi. Chiedo anche alla Regione di fornire al più presto a tutti gli operatori sanitari i necessari dispositivi di protezione individuale: i medici, infermieri, Oss, in questo momento sono l’asse portante del nostro sistema di cura e lamentano di non ricevere materiale sufficiente, ad esempio mascherine adeguate. Inutile chiamare eroi questi lavoratori se poi non li difendiamo, non vorremo mica che diventino eroi martiri?».
Giacone vuole delle rassicurazioni sul fatto che questa sia una decisione temporanea legata all’emergenza, e che finito il contagio, il Ppi torni ad operare normalmente. Per questo ha dato mandato al vicesindaco Stefano Olocco di attivarsi presso i consiglieri regionali e l’assessorato alla sanità. Dal Comune fanno sapere che «il vicesindaco Olocco si è subito attivato con interlocutori regionali, per ottenere lo stesso tipo di rassicurazione». «Al momento la carenza di medici è grave, è necessario reperire tutte le risorse necessarie. Ci batteremo affinché passata l’emergenza tutto torni come prima con un Ppi di fondamentale importanza per la nostra popolazione. Sono consapevole delle preoccupazioni della popolazione e dei medici che vedono chiudere i propri punti di riferimento, ma l'eccezionalità di questo momento impone decisioni anche drastiche e impopolari. Ci auguriamo tutti che l'emergenza finisca presto per tornare alla normalità, e la normalità prevede anche la presenza di importanti presidi sanitari come i nostri punti di primo intervento», dice Olocco.
Il segretario cittadino della Lega ha interpellato «i consiglieri regionali Andrea Cerutti e Sara Zambaia, che dopo aver parlato con l’assessore Icardi hanno rassicurato sul loro appoggio per la riapertura del Ppi giavenese dopo l’emergenza; si attende riscontro alle lettere ufficiali che si inviano a tutti i Consiglieri Regionali e ai Parlamentari piemontesi per chiedere di attivarsi e di premere sull’assessorato alla sanità», aggiungono dal Comune. «A loro chiediamo un impegno politico per garantirci la riapertura finita l’emergenza. Non si tratta di questioni politiche o partitiche, si tratta di una richiesta istituzionale per un impegno generalizzato e trasversale», aggiunge Giacone. La presidente del consiglio comunale Enza Calvo, medico di famiglia e delegata alla sanità, appoggia la richiesta poiché «si è consapevoli dell’emergenza, ma anche del fatto che dopo ci sarà nuovamente necessità del nostro punto di primo intervento che per i medici è fondamentale come aiuto per i nostri pazienti». Il Ppi di Giaveno è nella lista dell’assessorato regionale alla sanità tra le attività da chiudere per permettere ai medici che vi operano di spostarsi a prestare il servizio presso Ospedali in emergenza per il Covid-19 (nel nostro caso Rivoli), insieme agli altri presidi di Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra e Ceva. È stata una decisione della Regione: ha comunicato ufficialmente ai direttori dell’Asl e del 118 che entro tre giorni (quindi entro domenica 22 marzo) devono chiudere i punti a minor accesso. «Decisione riferita ieri sera 19 marzo dal direttore Asl To3 Boraso al sindaco e in cui il Comune non ha voce in capitolo», precisano dal municipio.
Daniele Fenoglio
APPROFONDIMENTI
Inserisci un commento
Condividi le tue opinioni su Luna Nuova