REPORTAGE
20 Marzo 2020 - 10:41
Quasi due settimane di nulla, con la vita che diventa un compromesso storico tra presenza e assenza. Nel mezzo, una domenica senza lago, ma soprattutto un lago senza domenica. Perché i giorni si sono come azzerati: ora si somigliano tutti. Che giorno è oggi? Un giorno in più di sospensione dalla realtà per la maggior parte delle persone, rintronate dal botto silenzioso del coronavirus e dimentiche del quotidiano. E quel lago, specchio d’acqua rimasto senza voce e senza argomenti, senza movimento attorno, ora sembra messo lì apposta a certificare l’isolamento sociale. Sparite imbarcazioni, scie, vele, kayak e sagome umane. Solo anatre. Anatre, anatre e ancora anatre. Eppure un giorno siamo stati qui tutti, dice una canzone. Ci siamo stati tutti, chi per un drink, chi a prendere messa, chi a fare jogging o a pagaiare. Domenica 8 marzo sul lago Grande tutto questo era ancora in vigore, e tutti ci hanno dato dentro. Era il delirio pre-chiusura di tutto: auto stipate sul corso come mai se ne erano viste ai primi di marzo, con passerelle gremite e gente che serenamente si sfiorava.
Tutti i giorni sono uguali
In pochi giorni è cambiato tutto. Un silenzio irreale ha riportato la vita agli anni 30-40, quando qualcuno riuscì ad intravedere sulle sponde aviglianesi nientemeno che qualche membro della dinastia dei Savoia-Aosta. Oggi si odono distinte le battaglie delle gazze, l’abbaiare dei cani alla noia e qualche dialogo dal balcone tra vicine di casa sui numeri da giocare al lotto. Un luogo che è praticamente uguale di giorno e di notte, cambia solo la luce. L’aspetto positivo di questa sospensione del tempo è la riscoperta della natura: contemplazione, ascolto, pace. Ma sotto il calore tiepido di queste braci albergano tutte le contraddizioni di un luogo che molti aviglianesi vorrebbero più vivo, più strutturato, con più offerte di svago e maggiori possibilità di bere, mangiare bene, portare amici. Quello sul lago Grande è un dibattito continuamente aperto. Cambiano le amministrazioni, ma non le aspettative di che vede in questo specchio d’acqua qualcosa di più di una semplice cartolina.
Turisti e frequentatori sbattono spesso contro locali chiusi, problemi di traffico e di parcheggio. Meno scontenti gli sportivi. In fondo, al lago Grande l’offerta è buona: si può correre, nuotare, pedalare (non a caso molti atleti di triathlon, sintesi di queste discipline, adorano il lago Grande di Avigliana). Si possono praticare sport nautici di tutti i tipi, non ultimo lo sci nautico, che negli anni 70 e 80 ha prodotto ad Avigliana campioni di livello internazionale come Marco Merlo, che è scomparso in un incidente aereo nel 1989 a soli 32 anni e che per molti, qui, è il Gilles Villeneuve dello sci nautico.
Sci nautico, parola al campione
Oggi è Carlo Allais il campione di casa. Un atleta dilettante, ma che da anni, a botte di gran talento, tiene testa ai professionisti. Allais è anche il ‘governatore’ del Green Beach, un locale sulla sponda ovest che si sta rifacendo una vita. Molti locali sul lago Grande sono costretti a cambiare pelle, a rinnovarsi per combattere la crisi. «Il discorso sul lago Grande - dice Carlo Allais - non deve essere estemporaneo, ma deve guardare a tutti e 365 i giorni dell’anno. A volte il lago si congestiona, altre volte è desolato. Ci vorrebbe più continuità. Il nuovo parco dentro la città di Avigliana credo che aiuterà a migliorare l’afflusso turistico al lago e ad incentivarlo». Prima o poi la stagione primavera-estate partirà. Cosa vi aspettate? «Oggi con questo blocco totale si comincia a capire il vero valore delle cose. Stiamo apprezzando anche solo una breve passeggiata sulla collina morenica, con il bel panorama che regala. Mi aspetto che la gente cerchi di respirare di nuovo l’aria di casa, senza andarsene all’estero, e che scelga il lago vicino a casa. Probabilmente perderemo uno dei momenti più importanti dell’anno: Pasqua e Pasquetta erano perfette per attirare gente, è un weekend che forse vale più di un weekend di luglio». Ma perché il lago Grande arriva sempre a un punto di non-decollo? «Credo che sport e locali sul lago dovrebbero trainarsi a vicenda, più di quanto stiano facendo. Poi forse si dovrebbe migliorare l’estetica. Un punto fermo secondo me deve essere la manutenzione del verde: più c’è ordine, più i clienti si abituano al bello. In fondo i campi da golf ci insegnano che la cura dei particolari fa decisamente la differenza». Pubblico e privato sono dunque chiamati a ragionare su obiettivi comuni? «Penso che sia fondamentale utilizzare bene il tesoretto che viene stanziato per la cura del lago e delle sue attività. Meglio spalmare quei soldi su più fronti piuttosto che investirli tutti in un unico evento o in un unico intervento».
Troppe attività chiuse o sospese
Ma quali sono i punti di riferimento dello svago e dello sport al lago Grande? Ecco l’inventario di questi giorni. Una chiesa (Madonna dei Laghi, salesiani). Un Centro Velico (vela, surf, kayak, patenti nautiche, bar-ristorante interno), un Circolo Nautico (surf, kayak, sci nautico e stand up paddle, detto Sup), una scuola di vela (Windsurf Torino). Quattro ristoranti: Miralago (ex Cin Cin), Lago Grande, Caccia Reale (temporaneamente chiuso), Chalet del Lago (temporaneamente chiuso), Ristorante Pizzeria Svolta (chiuso). Cinque pub e risto-cocktail-bar: Bel Sugnè, Malibù, Domus (temporaneamente chiuso), Stereotipo beach and Bar (temporaneamente chiuso), Green Beach. Un centro benessere (Alago Mood). Una fitness Academy (chiusa). Una palestra (Virtus Gym, attiva). Un centro eventi (Dimora di Dafne). Una discoteca (Favola Disco Club). Un hotel (Chalet del Lago, temporaneamente chiuso).
La voce “temporaneamente chiuso” - come si nota - è troppo presente, per essere legata a un luogo di turismo e tempo libero. Oggi questa voce, sommata al blocco da coronavirus, induce un po’ allo sconforto chi sul lago ci vive o ci lavora da una vita. Osvaldo Allais è ormai uno dei grandi saggi del posto: «Mai vista una cosa così, nemmeno quando non c’era la possibilità di spostarsi che c’è oggi. Il lago Grande ha attirato negli anni 60 e 70 professionisti e personaggi di spicco del mondo torinese, che fuggivano dalla città per una scampagnata e un bicchiere vista lago. Gianni Agnelli ci veniva a fare sci nautico. Era un turismo d’élite. Avigliana era un po’ la Sestriere di pianura. Quello era un tipo di turismo ricco. Oggi è un turismo diverso, più mordi-e-fuggi. Tutte le attività sportive lacustri devono lottare con la concorrenza degli altri sport, per cui devono contenere molto i prezzi dei corsi. Si fa fatica».
Chi incarna tutta l’aviglianesità del lago Grande è Italo Allais, titolare del ristorante Lago Grande e del pub Bel Sugnè, noto anche come il “pub dei comics” vista la strabiliante collezione di supereroi e personaggi dell’universo fantasy, alcuni anche a grandezza naturale, ospitata nei locali del Bel Sugnè. Italo Allais porta avanti una tradizione che risale ai bisnonni. Nel 2013 se n’è andato il padre Fulvio, uno dei gladiatori del lago. Le strutture sono di proprietà degli Allais e questo fa la differenza rispetto ad altri locali, che invece sono presi in gestione da terzi e che pesano dal punto di vista degli affitti. Negli anni, molti locali sul lago Grande sono andati in sofferenza anche per questo motivo, finendo col chiudere. Alcuni sono davvero storici. Il ristorante-pub Domus (ex Maiana) è chiuso da quasi tre anni. È stato rifatto e c’è pure una piscina pronta. Ma non riapre. Quella che è stata la discoteca Dany (e poi Atlantide), molto in voga negli 80 e 90, è chiusa da quasi un ventennio.
«Ci vuole un sistema-lago»
Alla fine, i fiori all’occhiello del lago Grande rimangono il Circolo Velico e il Circolo Nautico, che in qualche modo riescono non solo ad animare la superficie del lago, ma anche a soddisfare la richiesta di sport, dal corso di vela a quello di sci nautico, dal kayak al canottaggio. Il Circolo Nautico Avigliana è uno dei più vecchi di Italia: è stato fondato all’inizio degli anni 50, ha circa 150 associati. Molti di loro hanno eletto il lago a seconda casa: meglio qui, che in Liguria. Il club si trova sulla curva che immette nella direttrice per Giaveno. Abbina sport e tradizione, crea aggregazione. Dal 2014 il presidente è Pierangelo De Poli. Ha scoperto il lago nel 1997 praticando lo sci nautico, poi l’ha frequentato fino a sentirlo come una parte di sé. «Qui cerchiamo di mantenere la tradizione dello sci nautico - dice - affiancata all’aspetto sportivo di chi vuole fare kayak e sup. Ma soprattutto ci piace essere un fattore aggregante: sulla nostra spiaggetta vogliamo che le persone ritrovino il piacere della condivisione, senza distinzione di classi sociali. È un luogo incantevole, con uno dei pochi approdi sul lago. Dal punto di vista umano è un ambiente che potremmo definire ‘biodiverso’, perché accosta non solo tutte le fasce sociali, ma anche tutte le fasce d’età. Questa funzione di aggregazione speriamo di ripristinarla al più presto, anche se personalmente penso che i tempi di riapertura saranno piuttosto lunghi».
Uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per il Circolo Nautico è la mega-manifestazione dedicata agli sport acquatici organizzata dalla Uisp. In due giorni, nel “Meeting in acque libere” si svolgono gare di nuoto di fondo e pallanuoto ed esibizioni di nuoto sincronizzato, una rarità mondiale visto che questa disciplina si pratica solo al chiuso. Sulla spiaggetta verde, curata con eccezionale maestria da Marco Allais, classe ‘43 e memoria storica del club, si riversano centinaia di atleti e addetti ai lavori. Non è ancora stata fissata la data del 2020 (sarebbe la settima edizione), ma va da sé che potrebbe diventare uno degli eventi più importanti dell’anno sul lago Grande. De Poli, come vedete il lago dalla vostra posizione privilegiata? «Credo che il Comune lavori bene e che faccia il possibile. Quello che forse andrebbe sviluppato è un sistema-lago, con una maggiore collaborazione tra tutti coloro che hanno delle attività attorno al lago. In Italia ci sono località turistiche, come ad esempio in Trentino, dove il turista viene trattenuto quasi a forza. Se va in un ristorante ed è tutto pieno, i gestori lo indirizzano a un altro. La concorrenza non deve essere un ostacolo allo sviluppo di questo sistema. È una cosa sulla quale Avigliana può lavorare meglio, entrando del tutto nel mondo del fare, e sempre con tanta positività».
Ugo Splendore
su Luna Nuova di venerdì 20 marzo 2020
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