AMBIENTE E SALUTE

Avigliana, preoccupano le mascherine-rifiuto

L’assessore: «Non buttatele in giro, sono pericolose per gli altri»

17 Aprile 2020 - 00:10

Avigliana, preoccupano le mascherine-rifiuto

di DANIELE FENOGLIO

Non gettate mascherine e guanti protettivi in giro. È l’appello dell’assessore alla salute Fiorenza Arisio: «Da quando le mascherine e i guanti monouso sono diventati oggetti di vita quotidiana, è anche aumentato il fenomeno del loro abbandono, cominciando ad invadere strade e marciapiedi - spiega - Questo fenomeno rappresenta un pericolo non solo per l’ambiente, visto che si tratta di dispositivi realizzati in cosiddetto “tessuto non tessuto”, ma anche per la salute pubblica. Si tratta infatti di materiali potenzialmente contaminati che, per quanto di certo non vengano raccolti volontariamente dalle persone, potrebbero comunque risultare pericolosi, per esempio per gli operatori della pulizia stradale».

I guanti in particolare sono realizzati in fibre di polipropilene, poliestere, cioè plastica, in nitrile, Pvc e in altri materiali sintetici, che inquinano l’ambiente come le bottiglie; quelli in lattice invece sono biodegradabili, ma sono soprattutto potenzialmente infetti e quindi pericolosi per chi ne venisse in contatto anche solo accidentalmente.

«Mascherine e guanti sono quindi da considerarsi potenzialmente infetti, perché magari su di essi è rimasto un discreto quantitativo di materiale biologico di persone positive ma asintomatiche, sul quale il virus può resistere per 4-6 ore - prosegue l’assessora - Guanti e mascherine, che vanno maneggiate il meno possibile senza toccare le parti esterne, vanno dunque gettati nell’indifferenziato dopo l’uso, che è stimato nell’ordine di alcune ore, senza dimenticarsi, subito dopo, di lavare le mani. Eppure, in molti li abbandonano, per esempio appena usciti da un negozio, senza fare nemmeno lo sforzo di cercare il cestino più vicino in cui gettarli. Se lasciare materiale in giro, buttandolo per strada, è vergognoso quando non c’è una situazione come quella attuale, diventa scandaloso nel pieno di un’epidemia, per cui invitiamo tutti i cittadini ad adottare comportamenti più corretti e responsabili».

L’Acsel segnala inoltre che sta notevolmente aumentando la produzione di rifiuti indifferenziati e più in generale di rifiuti delle utenze domestiche. Questo aumento non è dovuto tanto al trattamento della spazzatura richiesto a chi è in quarantena domiciliare (perché i casi sono relativamente pochi), ma ai consumi di chi solitamente lavora altrove e si trova adesso a consumare e produrre rifiuti in casa. «Per quanto possibile invitiamo tutti a porre maggiore attenzione a ciò che si acquista, privilegiando possibilmente prodotti con pochi imballaggi o con imballaggi differenziabili, e se non si è in quarantena, a continuare a fare la raccolta differenziata a casa propria - aggiunge - Nel caso in cui, soprattutto per utenze multiple come quelle condominiali, si riscontrassero problemi nel conferimento della propria spazzatura negli appositi cassonetti perché questi risultano troppo pieni, invitiamo gli utenti o l’amministratore del condominio a contattare l’Ufficio ambiente del Comune per concordare un cambio di dotazione o un passaggio più frequente da parte dell’Acsel, per evitare l’abbandono dei sacchetti a fianco dei bidoni troppo pieni».

Per chi è invece in regime di isolamento, si rimanda alle istruzioni per il trattamento dei rifiuti, sapendo che eventuali difficoltà particolari possono sempre essere esposte all’Ufficio ambiente del Comune. «Invitiamo anche chi avesse tempo a compilare il questionario, che si propone di indagare se, e cosa, è cambiato, con la presenza del virus Sars-Cov-2 e il rischio di Covid19, rispetto agli acquisti, a possibili comportamenti di consumo e alla gestione dei materiali post consumo», conclude la Arisio.

Su Luna Nuova di venerdì 17 aprile 2020

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