AGRICOLTURA
01 Ottobre 2020 - 23:15
Un’ottima annata. Anche nelle vigne valsusine. Anche in quelle coltivate dai vigneron non professionisti, che tolti di dosso gli abiti del pensionato, del ferroviere, dell’operaio, del commerciante, dell’impiegato, si tuffano nel tempo libero a difendere quegli ultimi appezzamenti terrazzati dalle malattie, dalle razzie di cinghiali, tassi e caprioli, e a confezionare un vino di montagna che con il tempo e l’avanzare della tecnologia, soprattutto quella in cantina, non ha comunque perso il suo fascino antico. Chiomonte, insieme a Giaglione, è la patria della viticoltura valsusina. Quelle vigne hanno resistito ai piloni dell’autostrada, che ormai fanno parte del paesaggio autunnale carico di giallo e di porpora dei filari, lo stanno facendo con l’altra grande infrastruttura, il cantiere del Tav, e non si spaventano certo per la peronospora e l’oidio che aumentano di pari passo con l’abbandono dei coltivi, con il crescere dei focolai di flavescenza dorata...
Su Luna Nuova di venerdì 2 ottobre 2020
APPROFONDIMENTI
Inserisci un commento
Condividi le tue opinioni su Luna Nuova