ANIMALI

Il mistero del Palon: stambecco bianco o ibrido?

Luca Rossi dell'Università: aspettiamo le verifiche genetiche, ma è un ibrido

23 Novembre 2020 - 22:17

Il mistero del Palon: stambecco bianco o ibrido?

di CLAUDIO ROVERE

Non c’è pace per lo strano animale che staziona alle falde del monte Palon insieme ad un branco di stambecchi. Assomiglia molto ad uno stambecco, come corporatura, possente, e portamento, ma a differenza dei suoi compagni di brucatura delle praterie alpine ha il mantello bianco e non è provvisto di corna. L’ultima puntata, non priva di umane polemiche, è andata in scena nel fine settimana. Dopo il doppio articolo di Luna Nuova di due settimane prima che segnalava la sua presenza sullo spartiacque fra la valle di Susa e quella di Viù, e la conseguente tempesta mediatica sui social, con migliaia di accessi, visualizzazioni e like sulla nostra pagina facebook, si sono messi sulle sue tracce anche enti locali ed Università.

Ma alla fine, almeno per il momento, non è stato ancora possibile dare una carta d’identità genetica certa all’animale. E anche fra enti e realtà del territorio, come nell’aspro dibattito social innescato dagli articoli di Luna Nuova, non c’è concordanza di giudizio. In un comunicato di domenica la Città Metropolitana di Torino si affrettava a definire come sicura la catalogazione come vero e proprio stambecco bianco, affetto da leucismo e non da albinismo, mentre nella giornata di ieri è stato il Comprensorio alpino To3 ad accreditare la versione dell’ibrido, nato dall’accoppiamento di stambecco e capra, come già accaduto in altre occasioni sulle nostre montagne.

«Innanzitutto, nessuno ha mai confermato che l’animale di cui si è parlato nelle ultime settimane sia uno stambecco; anzi, come ha ripetutamente ipotizzato il professor Luca Rossi nel corso delle due uscite di monitoraggio organizzate in collaborazione col Comprensorio alpino To3 e la Città Metropolitana, è molto verosimile che si tratti di un ibrido tra stambecco e capra domestica - spiega il presidente del CaTo3 Marco Cenni - Tale ipotesi potrà essere avvalorata mediante indagini genetiche per le quali sarà necessario disporre di campioni biologici dell’animale ottenuti, ad esempio, tramite la raccolta delle fatte o eventualmente per mezzo di tele anestesia e successivo prelievo di sangue. Ma sul come e quando dovranno essere effettuati tali approfondimenti saranno le istituzioni competenti a decidere, così come dovranno definire le azioni tese alla salvaguardia del patrimonio stambecco qualora fosse confermata l’ipotesi dell’ibrido e se si accertasse la sua fertilità».

Ricostruzione confermata dallo stesso Luca Rossi. «È indubbio che i caratteri morfologici principali riconducano allo stambecco, ma affermare che si tratti di uno stambecco bianco è prematuro e, secondo me, poco verosimile - spiega - la mancanza di corna e, soprattutto, la quasi totale assenza di barba, caratteristica invece marcata in un maschio di stambecco, fanno propendere per l’ibrido, anche se per dirlo occorrerà attendere l’analisi delle feci o, meglio, il prelievo di piccoli campioni di pelle che la tecnologia odierna ci consente di effettuare con la biopsia attraverso appositi dardi». Insomma, l’animale, che probabilmente ha un’età di almeno 5 anni, è sì figlio di stambecco, ma ha anche sangue di capra che scorre nelle vene. «Ho avuto la fortuna di vedere uno stambecco bianco, qualche anno fa in Valle d’Aosta - osserva Luca Rossi - ed è molto diverso dall’animale che la scorsa settimana ho osservato a lungo sul Palon».

Su Luna Nuova di martedì 24 novembre 2020

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