LUTTO

Rubiana: addio a Ugo Bertolo, la voce della cantoria che lascia il segno

I funerali saranno celebrati solo quando la sua famiglia sarà uscita dal tunnel Covid

11 Maggio 2021 - 00:23

Rubiana: addio a Ugo Bertolo, la voce della cantoria che lascia il segno

di STEFANO TONIOLO

Buono, disponibile e ineguagliabile. Quella di Ugo Bertolo è una storia di paese, unica come tante. Per alcuni era “nonno Ugo”, per altri uno zio o un amico. In tutti ha lasciato un segno. Del resto la giovialità non gli mancava e così finiva per essere amato da tutti coloro che lo incontravano. Da qualche giorno Ugo Bertolo non c’è più: si è spento a 89 anni, dopo un lungo periodo di malattia. «Mio papà era un uomo buono e tranquillo», ricorda la figlia Marinella. Ugo Bertolo era il terzo di tre figli. Suo papà, Pinuccio, faceva il postino, mentre la mamma Enedina Maria faceva la maestra. A 21 anni Bertolo si sposò con Giulia Martoia, condovese, con cui ha condiviso tutta la vita e due figlie: Ombretta, da sette anni sindaca di Almese, e Marinella.

Dopo le scuole aveva iniziato a lavorare in fabbrica, ma Rubiana è stata la sua casa fino alla fine. «A lui piaceva lavorare in fabbrica, non amava il lavoro da ufficio - continua Marinella - Qui è stato sempre molto attivo nella parrocchia e nel sociale. Cantava nella cantoria, perché amava la musica e il canto. Finchè se l’è sentita è sempre andato a cantare». Quando non riusciva a stare in piedi, cantava da seduto. «Eravamo una famiglia “canterina”, tanto che molti di noi hanno fatto attività nella cantoria e nella banda - ricorda la sorella di Marinella, Ombretta - Spesso si cantavano le canzoni tradizionali e di paese. Era un papà sempre presente, che era pronto ad aggiustare tutto». «Io non posso dire se avesse una passione: era un uomo a cui interessava tutto - aggiunge Marinella Bertolo - È stato un nonno e uno zio amatissimo. Era lo zio o il nonno che sapeva fare le cose. Aveva quattro nipoti beati che non ha mai sgridato una volta. Era bonario».

Negli ultimi anni della sua vita si è trovato a fare i conti con una malattia neurodegenerativa: l’Alzheimer. «È stato accudito da mia mamma in maniera protettiva e possessiva: non voleva aiuti e l’ha curato con grandissima attenzione, anche perché noi figli non potevamo esserci sempre - racconta Marinella - Lui era tranquillo e non ha mai avuto forme aggressive. Il declino è stato graduale. Noi lo vedevamo tutti i giorni, ma gli amici che lo vedevano una volta al mese magari notavano questa fretta nel declino». Un periodo difficile anche per la famiglia: «Ultimamente era diventato difficile per mia madre - dice - C’è un senso di impotenza e l’idea di una struttura in cui non l’avremmo visto ci ha spinto a ricorrere a soluzioni alternative. Alla fine ce l’abbiamo fatta, non senza difficoltà in quest’ultimo anno».

Il suo è stato un declino abbastanza rapido, ma la consueta bontà d’animo non gli è mai venuta a mancare: «Una volta, in un attimo di lucidità, ha fatto una critica al sabato fascista, quando doveva andare ad Almese a fare delle attività - ricorda - L’ho sempre visto come un eterno ragazzo, ma in senso buono. Dove ha potuto ha sempre aiutato. Non è stato un uomo illustre, ma non ha mai suscitato sentimenti negativi». Negli ultimi due mesi di vita è stato accudito dalla figlia Ombretta ad Almese, che insieme al marito e alla mamma si trova in isolamento domiciliare. Da qualche giorno si sono infatti ammalati di Covid-19, anche se non è stata questa malattia a portare via Ugo Bertolo. Di fatto però il funerale si terrà quando tutta la famiglia sarà guarita: probabilmente verrà celebrato ad Almese dal parroco di Rubiana, padre Sergio Merlo.

su Luna Nuova di martedì 11 maggio 2021

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