COMMIATO
02 Gennaio 2024 - 18:40
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Un Capodanno che Giorgio Cantore, Rosy Storzillo e Nicoletta Cantore non dimenticheranno facilmente, quello a cavallo tra 2023 e 2024: domenica 31 dicembre lo storico Panificio Cantore di Chiusa San Michele, in attività dal 1912, ha infatti chiuso i battenti. Una lunga storia ultracentenaria che ha coinvolto ben quattro generazioni. E così domenica mattina un gruppo di affezionati chiusini, con tanto di musica grazie ad una delegazione della Società filarmonica, si è recata nel panificio di via VIII Maggio 2/a, fronte piazza della Repubblica, per salutare come merita la famiglia Cantore: un momento di festa scandito da un pizzico di commozione e di nostalgia per una storica bottega artigiana che da oggi non è più aperta al pubblico.
«Carissimi amici, voglio scrivere queste poche righe per ringraziarvi con tutto il cuore per avermi sempre aiutato nel mio lavoro - ha affermato Giorgio Cantore nel suo messaggio di commiato - Sì, perché senza la vostra presenza, disponibilità, affetto e stima non avrei potuto fare in tanti tanti anni ciò che ho prodotto nei miei laboratori. Mi mancherà certo il mio lavoro, ma pensandoci bene è giusto che sia così. Finalmente avrò il tempo di attraversare l'oceano per andare in California da mio fratello Claudio, per poterlo riabbracciare, anche se ci sentiamo quasi tutte le sere, e a volte ci vediamo su WhatsApp. Sarà sicuramente emozionante anche rivedere Gayle e tutta la famiglia. Sicuramente non mi fermerò del tutto: a casa ho due forni, due impastatrici, una planetaria, così avrò il tempo di produrre per gli amici alcune mie specialità. Vi ringrazio ancora tutti, resterete sempre nei miei pensieri più belli, nei miei ricordi più sereni. Un pensiero va anche a tutti i miei clienti e colleghi che non ci sono più, so che ovunque saranno mi sono sempre stati vicini». Firmato: "Giorgio, il panettiere che è sempre rimasto con orgoglio un garzone".
Una tradizione, quella dei Cantore, che affonda le sue radici nel lontano 1912 quando nonno Valerio, storico fondatore, produceva il pane per il forno della Società Cooperativa di Sant’Antonino: poi lo spostamento a Chiusa San Michele, quindi il ritorno a Sant’Antonino negli anni della seconda guerra mondiale, quando la bottega aveva trovato posto in piazza Libertà, all’angolo con via Torino. Subito dopo la guerra, nel 1947, era poi toccato ai figli Mario (papà di Giorgio) e Celeste prendere in mano l’attività, spostandosi nuovamente alla Cooperativa nei locali storici che Giorgio, Rosy, Nicoletta e Fabio hanno poi gestito fino al 2019, sulla piazza che nel frattempo è stata poi intitolata allo zio sacerdote don Oreste Cantore.
Parallelamente, dal 2003, l’apertura del panificio di Chiusa San Michele in via VIII Maggio 2/a, fronte piazza della Repubblica, mantenendo quello di Sant’Antonino soltanto per mezza giornata. Non solo: anche il fratello di nonno Valerio, morto giovanissimo, aveva percorso la stessa strada, aprendo un forno a Vaie nei locali di fronte alla chiesa parrocchiale che la moglie Rosa ha poi gestito fino agli anni ‘60. Una tradizione che ora proseguirà in California, dove Claudio Cantore è emigrato nel 1973 prima lavorando come panificatore per altri, poi aprendo nel 1982 la “Claudio’s Bakery”, ora passata nelle mani della figlia Jody e del compagno Dario, di origine messicana. È lì, dall’altra parte del mondo, che il seme del pane “made in Cantore” continuerà a vivere.
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