ACQUE POTABILI
04 Marzo 2025 - 10:59
Dopo aver coinvolto gli enti sovracomunali competenti (Smat, Arpa, Asl e Ato3 Torinese) attraverso la costituzione di un tavolo tecnico dedicato sulla questione Pfas, le Unioni montane Valle Susa e Alta Valle Susa ufficializzano la scelta di rivolgersi al Cnr-Irsa (Istituto di ricerca sulle acque) per richiedere una collaborazione scientifica nell’analisi dei dati disponibili e nella valutazione del rischio ambientale e sanitario: l'obiettivo è quello di continuare l'impegno per affrontare il problema della presenza anomala di Pfas nelle acque del territorio, anche in aree non urbanizzate e in alta quota.
Un'iniziativa, quella di chiedere il supporto del Cnr-Irsa, che va ad accogliere la richiesta arrivata mesi fa dal comitato "L'acqua SiCura", che premeva perchè fossero le due Unioni a commissionare un incarico al Cnr: proprio su questo aspetto si era verificata prima di Natale una frizione tra comitato e Unioni, che inizialmente si erano dette pronte a sollecitare l'affidamento di uno studio da parte degli enti sovracomunali competenti ma non ad un incarico diretto.
In una lettera ufficiale inviata all’Istituto, i presidenti Pacifico Banchieri (Valle Susa) e Mauro Carena (Alta Valle Susa) hanno sottolineato l’urgenza di uno studio approfondito per comprendere le cause della contaminazione e individuare possibili azioni di mitigazione. «Siamo consapevoli dell’elevata competenza del Cnr-Irsa in materia di qualità delle acque e riteniamo fondamentale il suo supporto per approfondire questa criticità che interessa il nostro territorio. L’obiettivo è ottenere un quadro chiaro della situazione e definire strategie efficaci per la tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Gli esperti ad oggi non segnalano una situazione di pericolosità immediata per la salute pubblica. Tuttavia, è essenziale proseguire il monitoraggio e lo studio del fenomeno per garantire un’adeguata prevenzione e intervenire tempestivamente qualora fosse necessario».
Le Unioni Montane hanno proposto una collaborazione non onerosa, da formalizzare tramite una convenzione, per avvalersi del contributo di esperti dell’Istituto nella valutazione dei dati e nell’identificazione di misure di prevenzione e contenimento della diffusione dei Pfas. «Il tema resta una priorità per le amministrazioni locali, che continueranno a monitorare la situazione e a lavorare in sinergia con gli enti scientifici e istituzionali per garantire la sicurezza del territorio e della popolazione».
APPROFONDIMENTI
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