COVID-19

Condove: nonna Rina vaccinata a 105 anni

Sopravvissuta alla Spagnola, tanti applausi per lei all’hub di Avigliana

21 Giugno 2021 - 23:06

Condove: nonna Rina vaccinata a 105 anni

di MARCO GIAVELLI

Vaccinarsi contro il Coronavirus a 105 anni e mezzo, con tanto di fragoroso applauso. Dopo aver superato indenne l’epidemia di influenza spagnola tra il 1918 e il 1920, Barbara Isabella Quenda è ormai lanciatissima verso l’immunità al Covid-19. Nonna Rina, com’è comunemente conosciuta, ha completato sabato 19 giugno il ciclo vaccinale presso il polo sanitario Sant’Agostino di Avigliana, accompagnata dall’affezionata nipote. Brillante nell’incedere, il suo passo è stato notato un po’ da tutti i presenti nei corridoi dell’hub vaccinale. E dopo aver ricevuto i complimenti delle infermiere che le hanno somministrato la seconda dose, nonna Rina si è meritata anche l’abbraccio virtuale delle tante persone in attesa, che una volta venute a conoscenza della sua età le hanno tributato un lungo e caloroso applauso. Lei, da gran trascinatrice qual è sempre stata, ha risposto scandendo ad alta voce “W l’Italia”, simbolo di come il giorno del vaccino stia a rappresentare un momento di festa.

La prima domanda che viene da porsi è come mai sia stata vaccinata così tardi, viste le sue 105 primavere. Niente di strano: molto semplicemente, quand’era stato il momento di aderire alla campagna, nonna Rina era influenzata (ma niente Covid) e quindi, in accordo con il suo medico di base, si era deciso di rimandare la prima dose al momento più opportuno. Le è stato somministrato il vaccino Pfizer, come alla gran parte delle persone di una certa età. Come ha vissuto quest’esperienza? «Assolutamente bene - racconta il figlio Enrico Martoia, che l’aveva accompagnata per la prima dose - nella sua vita mia mamma non ha mai fatto nemmeno un vaccino antinfluenzale: avendo vissuto per tantissimi anni a Bordighera, la sua dottoressa le ha sempre detto che non era il caso di farlo, visto il suo ottimo stato di salute e il clima mite che rendeva molto più improbabile contrarre l’influenza».

Classe 1915, nata il 4 dicembre ad Almese, nonna Rina ha trascorso gran parte della sua vita a Condove, dove vive tuttora con la sua famiglia. Suo marito Angelo Martoia ha sempre lavorato come commerciante di bestiame, mentre lei ha gestito una macelleria prima a San Giorio e poi a Condove, in via Francesco Re. Una volta in pensione, ha trascorso una ventina d’anni sulla riviera ligure, fino all’età di 97-98 anni, anche una volta rimasta vedova. Oggi è in ottima forma, accudita dall’affetto dei suoi familiari: la vista le è un po’ calata, ma cammina ancora discretamente bene e soprattutto, al di là degli acciacchi dell’età, non ha alcun male.

Il suo volto è finito recentemente anche tra i 59 ritratti narrati nel libro “Guidi le stelle, le raduni in gregge e me le porti: la poesia nei volti della val di Susa” di Dario Fracchia, Riccardo Lorenzi, Luigi Cantore e Lorenzo Grippo, presentato l’11 giugno scorso a Sant’Ambrogio. «Da bambina ha vissuto anche l’epidemia di Spagnola: all’epoca l’avevano fatta un po’ tutti e anche lei l’aveva superata, almeno così ci racconta. E c’è da crederci, visto che ricorda ancora molto bene le cose della sua vita, mentre fatica molto di più a ricordare fatti ed episodi recenti». Il segreto c’è e si chiama aglio, l’elisir di lunga vita di nonna Rina: «Lo dice sempre: per rimanere indenni bisogna mangiare aglio, la sua regola di vita. E i fatti le danno ragione».

su Luna Nuova di martedì 22 giugno 2021

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