CHIESA
21 Febbraio 2022 - 23:04
Il neo vescovo don Roberto Repole (a sin.) insieme a don Antonello Taccori
La notizia era attesa da tempo, perché i due anni di proroga dell’episcopato di monsignor Cesare Nosiglia, concessi da papa Francesco nell’agosto 2019 nonostante fosse ormai prossimo ai 75 anni, età limite nel mondo del clero per lo svolgimento della propria missione, erano ormai ampiamente scaduti. Anzi, nell’ottobre 2019, con il pensionamento di monsignor Alfonso Badini Confalonieri da vescovo di Susa, Nosiglia accolse anche il ruolo di amministratore apostolico della diocesi di Susa. Ora le due diocesi, quella di Torino, che estende i suoi confini sino ad Avigliana-Caselette e alla val Sangone, e quella segusina, che abbraccia tutta la valle da Almese-Sant’Ambrogio fino a Sestriere-Bardonecchia, continueranno a camminare, com’era...
Don Roberto Repole, 55 anni, di “fede” granata, ha davanti a sé un episcopato lungo almeno una ventina d’anni. Le sue radici sono a Givoletto, dove risiede tuttora la sua famiglia. Nato a Torino nel 1967 e sacerdote della stessa diocesi, è docente di teologia sistematica (in particolare ecclesiologia e ministero ordinato) presso la facoltà teologica dell’Italia settentrionale-sezione di Torino, l’Istituto superiore di scienze religiose e il biennio di specializzazione...
«Come diocesi di Susa siamo molto fortunati ad avere in don Roberto il nostro nuovo vescovo». Don Antonello Taccori, parroco di Villarfocchiardo e San Giorio, conosce bene, di persona, don Roberto Repole: è stato infatti suo insegnante di ecclesiologia negli anni di seminario. «È sempre stato capace di calarsi molto bene nella dimensione del rapporto docente-studente, durante le lezioni sapeva mettere a proprio agio - ricorda don Taccori, che oggi a livello diocesano riveste le cariche di direttore...
su Luna Nuova di martedì 22 febbraio 2022
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