IMPRESE
03 Luglio 2023 - 23:32
La foto di famiglia scattata venerdì in azienda
Un giorno di grande festa alla Famar, l’azienda fondata da Fausto Marinello e Benedetto Testa nel 1973 in un garage di Rivoli. Venerdì scorso infatti, a dispetto del nubifragio che ha infradiciato la bassa valle, alla Famar hanno festeggiato in grande stile i 50 anni di vita. In quel lontano 1973 quei due ragazzi nella loro “boita” probabilmente non immaginavano che la loro creatura sarebbe diventata un leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine utensili, capace di sfidare e vincere i più agguerriti competitor mondiali. Tedeschi in testa. Il che è tutto dire.
Un orgoglio italiano. Di più, un orgoglio valsusino e valsangonese. Infatti Marinello, classe ‘46, è di origini giavenesi, la moglie Dina Benna è stata per lungo tempo assessore nel capoluogo valsangonese. Oggi con loro in azienda ci sono anche i figli Beatrice, direttrice commerciale, e Federico, direttore della Fausto Marinello, altra azienda del gruppo Famar. Come per il 40ennale, il traguardo del mezzo secolo è stato festeggiato in azienda, sotto le tensostrutture allestite nel piazzale della sede principale in Viale dei Mareschi. Qui alcune centinaia di commensali si sono dati appuntamento per celebrare successi, ricordare chi non c’è più, godersi un po’ di meritato relax, tutti seduti a 34 tavoli, ognuno denominato con una città della valle Susa.
Un pubblico composto da dipendenti con le famiglie, clienti, collaboratori, fornitori, agenti di vendita da tutto il mondo. E poi ovviamente le amministrazioni comunali di Avigliana e S.Ambrogio, su cui si stendono i 27mila metri quadrati di capannoni del gruppo. A fare gli onori di casa oltre a Marinello, la figlia Beatrice, il figlio Federico, la collaboratrice Maria Clara Piovano, responsabile dell’ufficio amministrazione, e Mauro Martin, responsabile dell’ufficio impianti. Nel suo discorso Marinello ha espresso un sentito ringraziamento a tutti coloro che si affidano al marchio Famar, ai fornitori che cooperano con noi da anni, a tutti gli agenti e ai dipendenti che ogni giorno mettono il massimo impegno in quello che è il progetto portato avanti da 50 anni.
Prima del momento conviviale della cena, sono state condotte delle visite guidate alle fabbriche per gli interessati, condotte da Matteo Molinatti e Federico Vittorio Savino. I visitatori hanno potuto scoprire come nascono le macchine del gruppo Famar, dalla costruzione dei basamenti ai collaudi più che scrupolosi, quasi maniacali. Macchine altamente automatizzate e flessibili, costruite su misura delle esigenze del cliente, spesso realizzate sotto stretto riserbo del segreto industriale. Infatti i processi produttivi realizzate dalle macchine Famar negli stabilimenti dei clienti sono “dati sensibili” da custodire con cura.
L’azienda fondata da Fausto Marinello è una delle principali aziende mondiali in grado di fornire linee di produzione per le lavorazioni meccaniche automatizzate. Spesso prodotti, anzi “sistemi”, chiavi in mano, che vanno dalla realizzazione della macchina, alla progettazione del processo produttivo. Tra i clienti del gruppo Famar ci sono o ci sono stati Mercedes, Volvo, Daf, Cnh, Iveco, Scania, Renault, John Deere, Embreaco, Zanussi, Skf. Più di recente la tedesca Bosch, un “colpo” di cui andare orgogliosi.
La storia della Famar è iniziata il 28 giugno 1973, quando Marinello e i soci-colleghi Benedetto Testa e Luigi Giglio aprirono la prima ditta, con sede a Rivoli. Realizzavano i “retrofit” di macchinari Fiat, azienda dove anni prima avevano imparato il mestiere. Poi un po’ alla volta si sono ingranditi: nel 1982 la fabbrica si è trasferita a S.Ambrogio. «Il 28 giugno 1973, il mio amico e socio Benedetto Testa ed io eravamo dal notaio Gramaglia di Torino per la firma dell’atto costitutivo della società Mt - raccontava Marinello in occasione del 40ennale - Da qualche mese stavamo progettando insieme un’attività che si occupasse della costruzione di particolari meccanici, attrezzature e revisione di macchine utensili. Era il primo passo verso la costruzione di quel futuro che mi ero prefigurato fin dai 15 anni, quando iniziai a lavorare alla Magnadyne di S.Antonino».
Poi la crescita, i primi clienti, la lenta espansione del giro d’affari. Fino alla determinata ricerca di quello che all’epoca era un colpaccio: un contratto con la Fiat. «Dopo mesi di anticamera davanti all’ufficio acquisti di corso Agnelli, mi venne finalmente richiesta un’offerta per la revisione di un carro idrocopiatore di un tornio Fischer ubicato nello stabilimento Fiat di Rivalta - ricorda Marinello - Venni convocato per la discussione tecnica dal cavalier Sola il quale dopo essersi informato sulle nostre capacità professionali di portare a compimento quel genere di lavoro estremamente complesso». La svolta è quella dei primi ani Novanta, quando la Fiat, allora cliente unico, va in crisi e la Famar decide di diversificare la clientela. Lo fa anche grazie all’avvio della produzione del primo tornio a caricamento verticale della famiglia “Ergo”, il prodotto-bandiera della Famar, un successo.
Su Luna Nuova di martedì 4 luglio 2023
APPROFONDIMENTI
Inserisci un commento
Condividi le tue opinioni su Luna Nuova