REPORTAGE

Ramats, l'ultima enclave dell'avanà "amatoriale"

Viaggio nella vendemmia estrema delle famiglie Sibille

09 Ottobre 2023 - 23:40

Ramats, l'ultima enclave dell'avanà ‘amatoriale’

Avvicinarsi è difficile, specialmente se non si riesce a vincere quell’atavica paura del ronzio e delle sue ipotetiche e irritanti conseguenze. Api e vespe, ma soprattutto le prime danzano nervose intorno alle cassette di plastica rossa colme di grappoli di avanà, sui muretti in pietra vicino la strada. Appena vendemmiati ed in attesa di essere caricati sulla motocarretta che li tradurrà in cantina. Un brutto segnale per chi come noi tenta di scattare qualche foto in questa Pearl Harbour ronzante. Sicuramente molto migliore per chi questi grappoli dovrà trasformarli in vino nelle prossime ore e nelle prossime settimane. Tradotto: l’elevata presenza del mondo alato è l’inequivocabile segnale dell’alta concentrazione zuccherina.

Grado zuccherino elevato, molto zucchero trasformato in alcool, ergo alta gradazione del vino. Storceranno il naso gli amanti di turno dei brachetti e dei moscati, ma per i vini rossi come l’avanà, varietà autoctona che qui colonizza gran parte degli assolati terrazzamenti tra i 600 ed i 900 metri di quota, la gradazione alcolica e il corpo, fattori imprescindibili da una buona maturazione, sono sinonimo di qualità. E di serbevolezza, una delle doti mancanti che spesso vengono associate al vitigno chiomontino. Proprio per questo l’avanà veniva spesso coltivato, e vinificato, con il suo tradizionale contraltare becouet, noto per il suo “colore” proprio perchè quest’ultimo gli donasse quel corpo, quella tinta e quei tannini che spesso gli mancavano... 

Su Luna Nuova di martedì 10 ottobre 2023

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