MEMORIAL
09 Luglio 2024 - 00:02
Con i se e con i ma non si è mai fatta la storia. Ma per una volta si può fare un’eccezione. Se quella maledetta notte di inizio settembre a Prapuntin, ormai 25 anni fa, se ne fosse scritto un altro di racconto, invece che quello tragico della morte di un ragazzo di 18 anni, che era già un campione ma che aveva tutti i requisiti per diventare “Il Campione”, forse oggi staremmo ancora a celebrare le gesta del più grande talento mai partorito da queste montagne. Quelle di un keniano nato per sbaglio con la pelle bianca e con i lunghi riccioli biondi. Marco Germanetto era quanto di più simile agli uomini degli altipiani che un occhio umano abbia mai visto. Fisico segaligno, gambe lunghissime, sottili e nervose, che sembravano fatte apposta per spingere con forza ed elasticità quei riccioli biondi verso traguardi impensabili. Una facilità di corsa quasi irriverente, ma mai strafottente, tenuta di basso profilo da un sorriso buono, quasi ingenuo...
Su Luna Nuova di martedì 9 giugno 2024
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