SOLIDARIETÀ E VITA
03 Dicembre 2024 - 00:02
Un filo. Quello che tiene uniti, in una sola falcata, un atleta non vedente e la sua guida. Un semplice spago che consente di correre, e anche veloce, all’unisono, senza sbagliare strada. Ma che a volte rappresenta, o si trasforma, in un legame molto più forte di quel semplice filo. È quello che è accaduto Nicolas Marzolino e Andrea Grandis, 50 anni in due, che da quel filo che li teneva uniti sulla pista intitolata a Marco Germanetto al Priorale sono riusciti ad intessere una matassa di rapporti che sono andati ben oltre quello sportivo. Tanto che Andrea, piccolo genio dell’elettronica, ha iniziato ormai quasi cinque anni fa a lavorare ad un progetto per riprodurre la mano che Nicolas ha perso nello scoppio di quella bomba a mano della Seconda guerra mondiale in un giorno di fine inverno del 2013...
Su Luna Nuova di martedì 3 dicembre 2024
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